Una volta al mese, si aprirà questa porta; qui vi racconteremo qualcosa di noi, quello che abita nelle nostre Stanze, ciò che dà luce e calore.
"La mano sulla maniglia, uno spiraglio che si apre… E' il momento di togliere legacci a fusti e tronchi, lasciare la pioggia leggera annaffiare la creatività, riempire le tasche di germogli croccanti e petali odorosi ed entrare come l'aria nuova in una stanza tutta per sé".
Tra queste righe troverete un racconto, scritto a più mani, su tematiche che ci stanno a cuore, o su qualcosa di particolare che vogliamo condividere.
Diverse saranno le stanze da visitare:
🏠la stanza delle parole ritrovate, parole che indossiamo, che abitiamo esplorandole e scoprendo i mondi che raccolgono dentro di sé
🏠 la stanza dei ricordi, riflessioni e storie del nostro cammino
🏠la stanza dei germogli, dove anticiperemo le iniziative in programma per il mese successivo
🏠la stanza delle storie, per raccontare intorno a idee, persone, parole
🏠la stanza delle meraviglie, con piccole suggestioni per ispirarvi e per alimentare bellezza e luminosità
Quindi iniziAmo…
BRICIOLA brì-cio-la
Frammento di pane o biscotto o simili; quantità minima, insignificant
Diminutivo di bricia, da briciare ‘spezzare, rompere’, forse dal latino parlato brisiare di probabile origine celtica.
Le briciole sono coriandoli fastidiosi,rimasugli disuguali di un unità frantumata senza criterio da noi stessi o dalla vita.
Le nostre dita sbriciolano il pane come il terremoto i palazzi
Come l oblio la memoria.
Le briciole finiscono dappertutto.
Non esiste un posto senza briciole
E le briciole irritanti che si fermano nella gola e ci ostacolano il respiro ed il piacere di ciò che stavamo gustando.
Dobbiamo sempre fare i conti con quello che resta perché anche
una sola briciola si fa sentire forte in gola.
Una briciola è un frammento di quell unità che nella nostra vita ci ha fatto diventare ciò che siamo.
Forse perché noi siamo fatti di briciole
Miriadi di granelli atomici di cellule pensieri ,di parole….
Resti di briciole che riescono a raccontare il tutto.
Laura Tarquini
È la legge delle briciole, sfacciate e disobbedienti.
Le Briciole, irriverenti, incontrollabili, femminili, sono sempre plurali - anche quando è solo una al suo interno si generano altre briciole possibili.e in quelle briciole si generano possibilità.
E se provassimo a guardare alle briciole non come scarto, ma come resto?
Quello che resta, piccolo scrigno dal contenuto prezioso
Una briciola per ricordo
Emily Dickinson
Disponiamo come Pollicino le nostre briciole per trovare la strada, infiliamo i nostri frammenti come tessere di un mosaico, come perline di una collana colorata.
Dai da mangiare agli uccelli
non dimenticarlo mai:
sei una briciola.
Chandra Livia Candiani
Viviana Russo - Poesiaterapia
In occasione della CONVERSAZIONE Tessere relazioni in un Altrove possibile - la trama delle Artiterapie a sostegno dell'Alzheimer, sabato 22 marzo alle 17.30, dedicata ai nostri 10 anni di collaborazione e impegno con AIMA associazione italiana malattia di Alzheimer, condividiamo le nostre riflessioni, testimonianze ed esperienze
Come Briciole smarrite
“Come ci si sbriciola…ma così mi metto a pensare alle cose che avevo…ai sogni” M. (partecipante al progetto di Arte terapia e DanzaMovimentoTerapia a sostegno dell'Alzheimer)
Assistere alla frammentazione di un pensiero, di un gesto, di uno sguardo come spettatori passivi e inerti, incapaci di ricostruire e restituire fluidità e continuità a un'espressione claudicante, intermittente, soffocata: viviamo per un istante lo stesso smarrimento ma con la consapevolezza che non ci appartenga, forti della volontà di allontanarci, con il bisogno di riempire spazi vuoti di immediati significati in prestito.
Ma cosa accade ai protagonisti di queste sospensioni, cortocircuiti dell'essere, istanti destinati a divenire irrefrenabilmente assoluti e ineludibili?
Forse li abita inconsapevolmente lo stesso desiderio di fuga, la negazione che stia veramente accadendo loro, la ricerca di strategie per rispondere e reagire ai primi segnali, l'ossessione tenace a ricostruire, a ricordare quando per la prima volta questo ospite ci abbia fatto visita per poi mai più andarsene.
È cosi che giorno per giorno, sbriciolandosi e frammentandosi, ricordi, memorie, parole, gesti, oggetti, luoghi, persone si allontanano, sfumandosi in un disegno polveroso e confuso, in cui tutto sembra, per un gioco perverso e insolente, combinarsi e scambiarsi di luogo… un oggetto cambia destinazione d'uso, una parola sigilla altri significati, madri, sorelle figlie, mariti fratelli figli, in un doloroso gioco delle parti, si scambiano di ruolo, senza soluzione di continuità, chi è stato accudito è chiamato ad accudire, ricostruendo ogni giorno una relazione possibile con chi appare una persona diversa rispetto al giorno precedente, costretti ogni volta a salutare quella parte dell'altro e di sé che mai potrà tornare … e allora restano le briciole a sfamare, a nutrire i legami, briciole cadute e raccolte con fatica, da scuotere dal velo quotidiano di un vuoto che tutto ricopre, briciole da divorare per tenere stretto dentro di noi uno sguardo, una carezza, una parola, un nome….
Pezzetti, frammenti, granelli, particelle, schegge di storie tatuate, indelebili, le briciole che scorrono tra le dita, cadono a terra lasciando tracce e percorsi possibili per uscire dal buio e dalla paura.
Michela Caccavale DanzaMovimentoterapeuta
Ammesso che sia vero che siamo noi la parte sana...
Non sappiamo perché a un certo punto dell'esistenza accade per qualcuno di noi che si incontri la malattia di Alzheimer. C'è chi lo vive come una fatalità maledetta, chi come un'ulteriore prova della vita, come una risposta a qualcosa che non ci piace o come una via per andarsene da tutto ciò che è razionale, logico, reale. Vorrei raccontarvi perché e come i progetti di arte e danza movimento terapia con utenti affetti dal morbo di Alzheimer ci abbiano in qualche modo riempite di gioia; come le esperienze fatte in questi anni ci abbiano confermato qualcosa in cui timidamente già speravamo, ossia, che è sempre più vero e reale che il cognitivo passa dall'emotivo. Perciò tutto ciò che noi possiamo fare di bello e di importante, per loro e con loro, passa esclusivamente dalla relazione.
E provo a raccontarvelo.
Samuela Staccioli Arteterapeuta
CONVERSAZIONI Tessere relazioni in un Altrove possibile – La trama delle Artiterapie a sostegno dell'Alzheimer
a cura dell'Associazione LE STANZE DEL SÉ con il Patrocinio del Comune di Rosignano Marittimo
Sabato 22 marzo 2025
Ore 17.30 – 19.00
Sala “Dino Agostini " Villa Pertusati - Rosignano Marittimo (Livorno)
Condivideremo i momenti più intensi e significativi dei nostri percorsi di Arte terapia, DanzaMovimentoTerapia, Musicoterapia e Poesiaterapia a sostegno dell’Alzheimer che in questi 10 anni abbiamo tracciato e condiviso grazie ad AIMA, associazione italiana malattia Alzheimer.
Racconteremo, attraverso testimonianze, immagini e contributi, la trama di una storia che ci ha invitato a riflettere sul profondo significato di PRESENZA RELAZIONE DESIDERIO.
La vedo ancora adesso, piccola e magra, i capelli azzurri da fiala antigrigio, con il solito vestito nero, informe e severo, di nonna in vedovanza precoce e il grembiule ampio di cotone chiaro, stretto in vita, nella sua abituale postazione dietro il tavolo di cucina con il piano di granito sale e pepe. Le mani si muovevano a memoria: pescavano dal sacchetto di carta la farina necessaria, rompevano le uova d’un colpo secco e fragrante, si facevano cucchiaio per lo zucchero, tanto burro quanto la larghezza del suo pollice e una quantità infinita di amore per quell’impasto che era la mia colazione.
E quando al mattino mi dava la prima fetta di quella festa del carboidrato, lucida di marmellata scura e granulosa, aspettava un attimo per leggermi in faccia il piacere del goloso. Allora, mi prendeva dalle mani il piattino, si inumidiva il dito e raccoglieva le briciole rimaste, che assaporava con gli occhi chiusi e un sospiro rilassato, come chi è contento alla fine di buon lavoro.
Poi, un giorno, la ricetta è sparita, inghiottita da qualcosa che divora torte e ricordi. Prima che il mostro rubasse definitivamente la ricetta, avevo scritto velocemente qualche appunto. Sono più che altro dei q.b, a occhio, circa: quantità morfologiche, più che fisiche.
Un giorno provai a fare la sua torta. Avevo voglia di ritrovarla in quell’abitudine e in quel sapore. Mentre impasto la guardo. Cerco di attirare la sua attenzione, ma non c’è, ha la testa girata e guarda fuori dalla finestra. Appena pronta, le porto la prima fetta su un piattino che le metto tra le mani e mi avvicino con la sedia. Provo a staccare pezzetti di torta e imboccarla, ma non mi vede (o non ne ha voglia, chissà) e così sono io a mangiarli. Mi alzo per toglierle il piatto, ma mi accorgo che la sua presa non è più molle e meccanica: è debole ma determinata e gli occhi ora sono sul tondo bianco dove prima c’era la torta. E allora fa una cosa: inumidisce la punta del dito e raccoglie le briciole rimaste. Ha gli occhi chiusi. Fa un sospiro lungo, inclinando un po’ la testa. Forse la nostra torta è ancora lì, da qualche parte.
Silvia Mascagni
Marzo è un mese di transizione e di grandi cambiamenti. La natura esce lentamente dal suo letargo, le prime gemme spuntano timidamente sugli alberi. Il mondo sotterraneo è in subbuglio. Molti germogli si apprestano a tirare fuori la testolina e a scoprire il mondo.
L’alternanza del brutto e del bel tempo potrà ripercuotersi sul nostro stato d’animo ma se restiamo in uno stato di gentile ascolto, potremo sentire che anche dentro di noi un’energia poderosa si sta risvegliando.
Il risveglio può essere dolce e graduale.
Dopotutto, i fiori non sbocciano tutti nello stesso momento ….
Marzo: mese di attesa.Le cose che ignoriamoSono in cammino.Emily Dickinson
Le Stanze del Sé è un’associazione culturale nata nel 2014 con il fine del ben-essere individuale e collettivo, inteso come miglioramento della qualità della vita, dello sviluppo e diffusione delle Artiterapie, della promozione della cultura come principio di libertà e crescita, come momento di aggregazione e di solidarietà sociale, umana, civile, sostenibile.