PulsAZIONI: Ascoltare il corpo, scegliere il ritmo della vita
Atlante (enciclopedico) di storie, armonie e altre meraviglie
Una volta al mese, si aprirà questa porta; qui vi racconteremo qualcosa di noi, quello che abita nelle nostre Stanze, ciò che dà luce e calore
La mano sulla maniglia, uno spiraglio che si apre… E' il momento di togliere legacci a fusti e tronchi, lasciare la pioggia leggera annaffiare la creatività, riempire le tasche di germogli croccanti e petali odorosi ed entrare come l'aria nuova in una stanza tutta per sé
Tra queste righe troverete un racconto, scritto a più mani, su tematiche che ci stanno a cuore, o su qualcosa di particolare che vogliamo condividere.
Diverse saranno le stanze da visitare:
🏠la stanza delle parole ritrovate, parole che indossiamo, che abitiamo esplorandole e scoprendo i mondi che raccolgono dentro di sé
🏠la stanza dei germogli, dove anticiperemo le iniziative in programma per il mese successivo
🏠la stanza del ritmo, il prima e il dopo di ogni pulsAzione
🏠la stanza delle meraviglie, con piccole suggestioni per ispirarvi e per alimentare bellezza e luminosità
🏠la stanza delle storie, per raccontare intorno a idee, persone, parole
Quindi iniziAmo…
𝘊𝘩𝘪 è 𝘪𝘭 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰?
𝘕𝘰𝘯 𝘢𝘷𝘦𝘵𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰?
LA STANZA DELLE PAROLE RITROVATE
RHYTHMOS (ρὑϑμός, numerus, euritmia)
L'origine del vocabolo deriva dal moto delle onde: un "alzarsi" e un "abbassarsi" che si ripetono sempre uguali.
“La prima idea del movimento della danza mi è certamente venuta dal ritmo delle onde. Tentavo di seguire il loro movimento e di danzare sul loro ritmo.”
Isadora Duncan
Aristide Quintiliano (VI sec.), nel suo trattato musicale afferma: "il ritmo si predica tanto dei corpi immobili - come una statua - quanto dei corpi in movimento di un corridore, del battito delle vene, della voce. È un assieme (söstema) di intervalli periodici, secondo un ordine prestabilito; suoi movimenti sono "arsi" (alzata) e "tesi" (abbassamento), velocità lentezza, suono silenzio e così via. Il ritmo, nella prosa è determinato dalla sequenza delle sillabe; nella poesia, e nel canto ad essa connesso, dalla proporzione delle arsi rispetto alle tesi, dalle cesure e dagli altri accidenti metrico-musicali; nel moto il ritmo è dato dalle figure (schèmata) e dai loro simboli o immagini perfette che sono appunto le statue".
Ritmo è musica,
Ritmo e vita,
Ritmo è danza,
Ritmo è poesia
Ritmo è il movimento dell’incontrarsi… e allora andiamo, proseguiamo il nostro incedere, guidati dalle onde.
Seguiteci nella stanza dei Germogli
LA STANZA DEI GERMOGLI
“La musica è geometria ritmata.”
Arthur Honegger
L’associazione LE STANZE DEL SÉ in collaborazione con Serena Rinaldi musicoterapista offrono un progetto di Educazione musicale Disabili (EMD) con il Patrocinio del Comune di Rosignano Marittimo.
Un’integrazione totale di ragazzi e adulti( con disabilità e normodotati) attraverso il metodo “Educazione musicale orchestrale integrata”: la musica come strumento capace di unire tutti, disabili e non disabili per permettere anche a chi è portatore di difficoltà gravi o gravissime di intraprendere il percorso proposto e di poter arrivare a fare musica con gli altri e di creare una grande orchestra. Vi aspettiamo domenica 1 giugno per l'evento conclusivo del progetto.
(Troverete i dettagli sui nostri canali social e sulla pagina del sito dedicata al progetto)
"E qui siamo proprio nel mezzo
Nella terra degli uomini
Dove suona la musica, l'amicizia si genera
Dove tutto è possibile
Dove un sogno si popola..."
𝘓. 𝘊𝘩𝘦𝘳𝘶𝘣𝘪𝘯𝘪
𝘐𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰 è 𝘪𝘭 𝘱𝘪ù 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦
𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘢 𝘰𝘳𝘤𝘩𝘦𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘢
𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰, 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘦 𝘮𝘰𝘷𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰.
𝘖𝘨𝘯𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘤𝘰𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰 𝘴𝘪 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘪𝘯 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 𝘢𝘯𝘢𝘳𝘤𝘩𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪 𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘢𝘳𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢.
𝘐𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘴𝘪 𝘷𝘦𝘥𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘪𝘯 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘧𝘢 𝘧𝘰𝘵𝘰𝘨𝘳𝘢𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘨𝘦.
𝘚𝘪 𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘵𝘦 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘭𝘰𝘯𝘵𝘢𝘯𝘰
𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘤𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘥𝘪𝘦𝘵𝘳𝘦𝘨𝘨𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰.
𝘛𝘢𝘭𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘢𝘤𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘳𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘦 𝘰𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘴𝘪 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘰𝘯𝘥𝘦 𝘵𝘪𝘮𝘪𝘥𝘰 𝘮𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘪 𝘮𝘪𝘭𝘭𝘦𝘮𝘪𝘭𝘢 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢.
𝘋𝘦𝘱𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘧𝘪𝘳𝘮𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘱𝘪𝘶 𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘴𝘪𝘯𝘶𝘴𝘢𝘭𝘦.
LA STANZA DEL RtITMO
“La musica può
essere definita l’arte
dell’organizzazione temporale
dei suoni e delle sue varie
componenti fisiche ed
esperienziali, allo scopo di
creare ed interpretare forme
espressive che rinforzino,
elaborino, diano significato alla
esperienza della vita umana”
K. Bruscia
Ascoltare il respiro dell’altro è il primo stadio della comprensione. Il modo di respirare dice agli altri come si sta. Il pensiero indiano ha chiamato il respiro “Prana”, che significa vita, vento, energia e forza. Se si ascolta il proprio respiro si può decifrare la salute delle nostre emozioni, e così conoscere anche quella degli altri. L’ansia e la paura accorciano il respiro, stringono la gola e accelerano il battito cardiaco; la gioia e la serenità allungano il respiro. Le emozioni provocano un cambiamento nei percorsi e nelle modalità del respiro. Il tono, il volume della voce, la velocità dei suoni che escono dalla bocca, sono in stretta relazione con il movimento respiratorio. Il modo di percepire e ricordare il mondo, si legge anche attraverso il respiro.
La respirazione ha una sua pulsazione e la pulsazione è la base in cui si costruisce il ritmo, uno degli elementi musicali insieme alla melodia e all’armonia. La vita è un incessante alternarsi pulsante di inspirazioni ed espirazioni che con il loro ritmo scandiscono la nostra esistenza, sottolineando con l’affanno i momenti di fatica, con i sospiri i momenti di preoccupazione, con lo sbuffare la nostra sensazione di non poterne più, con un respiro calmo il rilassamento, con l’apnea gli attimi di terrore. Anche il cuore, con il suo pulsare, scandisce il tempo e le emozioni della vita 2 e ci accompagna fin dall’inizio della nostra esistenza, ancor prima del respiro che avviene alla nascita. Ogni cellula ha una sua propria pulsazione, e costituisce, unendosi alle altre cellule nel processo di espansione e contrazione, il “respiro primario”. La pulsazione è la prima sensazione di contatto con la vita; un esempio può esserne la pulsazione del feto, che è di fatto molto veloce, contenuta e placata dalla pulsazione materna, che è molto più lenta. Una pulsazione è sana quando è flessibile e può oscillare intorno ad un punto di equilibrio.
Il ritmo è dato dagli accenti piano e forte posti sulla pulsazione. Stravinskij nel suo libro “La poetica della musica” scrive: “il movimento del suono è organizzato da un valore misurabile e strutturabile: il metro, per mezzo del quale si compone il ritmo. Il tempo trascorre in modo variabile a seconda delle disposizioni intime del soggetto e degli avvenimenti che colpiscono la sua coscienza. L’attesa, la noia, l’angoscia, il piacere e il dolore sono categorie diverse fra le quali trascorrere la nostra vita ed ognuno determina un processo psicologico speciale, un tempo particolare”.
Per Dalcroze la parte più importante nell’insegnamento della musica è il ritmo, che secondo l’autore, non va considerato sotto un aspetto teorico o puramente percettivo, ma va sperimentato attraverso il proprio corpo, integrando informazione sensoriale con risposta motoria. Nella descrizione degli esercizi che propone ai bambini, parla di un primo momento in cui usa la marcia, per poi passare alla corsa unita all’oscillazione delle braccia e ai movimenti del corpo. Considerando la considerazione classica che dice: “il ritmo è la suddivisione del tempo in parti regolari”, si può dire che nell’uomo il ritmo si manifesta primariamente con il camminare, il peso del corpo, la lunghezza e la velocità del passo ne costituiscono gli elementi variabili, in grado di consentire gli innumerevoli aspetti e caratteri dell’andamento ritmico. Per questo si può dire che il ritmo è collegato alla motricità.
Nel gruppo di orchestra “Suono quindi Siamo” si possono osservare le modalità del camminare e del muoversi di ognuno; si può notare la motricità lenta e strisciante e quella scattosa, nervosa e piccola. Il loro modo di suonare non è altro che la cornice del loro passo. Suoni lenti con lunghe pause ed un volume sonoro estremamente ridotto o suoni veloci, con battiti brevi e forti. Anche il loro modo di parlare riflette la pulsazione che li caratterizza.
Il ritmo è in noi con tutte le sue tensioni, rilassamenti, respirazione, emozioni, pensieri. Il ritmo è il fulcro dell'espressione e della comunicazione.
Ogni movimento, gesto o suono della voce si svolge in un “prima e dopo”. Questo “prima e dopo” è ritmo. Ogni ritmo ha un ordine, chiamato tempo, e porta in sé una musica, la nostra, la loro, quella di tutti.
Serena Rinaldi
“ Come avete occhi per vedere le cose e orecchi per sentire i suoni, così avete un cuore per percepire il tempo…tutto il tempo che il cuore non percepisce è perduto.…Il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore.” Michael Ende
LA STANZA DELLE MERAVIGLIE
“…Vedi, Momo, è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa. E allora si comincia a fare in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato… e non ce la fai più… e la strada sta sempre là davanti.”
Beppo Spazzino.
Beppo è sempre stato il mio personaggio preferito nella storia di Momo, scritta da Michael Ende.
Beppo, un uomo anziano, che con il suo incedere di passi, parole, gesti, sembra aver trovato la chiave per attraversare il mondo e la vita.
“Passo-respiro-colpo di scopa.
Passo-respiro-colpo di scopa.
Di tanto in tanto si fermava e un momento e guardava, pensieroso davanti a sé.
E poi riprendeva.
Passo-respiro-colpo di scopa.”
Beppo ci insegna che il ritmo giusto non è quello del mondo che corre, ma quello del corpo che sente.
Il ritmo che nasce dal respiro, dal cuore, dal gesto che si ripete con attenzione.
Per restare dentro il tempo invece che inseguirlo.
Trovare il nostro ritmo.
E camminare.
Un passo alla volta.
Procede con delicatezza Beppo sorvolando quasi la superficie come i granelli di polvere e di vita che la sua scopa solleva pulendo le strade della città.
Polvere e vita.
Così Beppo lo spazzino attraversa le sue giornate.
Non corre, non si lascia schiacciare dall’idea della strada tutta da fare.
Fa solo ciò che può fare in quell’istante:
un passo,
un respiro,
un colpo di scopa.
“Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo. Allora c’è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere. E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come… e non si è senza respiro. Questo è importante.”
Questo è il ritmo.
Non il tempo dell’orologio,
ma il tempo interiore che ci tiene vivi.
Il tempo del respiro.
Il tempo della musica.
Il tempo dell’attenzione.
Ritmo è ciò che ci impedisce di perderci.
È ciò che ci permette di affrontare le “strade troppo lunghe” della vita senza farci travolgere.
E allora, prenditi un tempo. Anche solo qualche istante. Chiudi gli occhi e respira.
Inspira, pausa, espira.
Inspira, pausa, espira
Inspira, pausa, espira.
Ora apri gli occhi.
Prendi carta e penna e senza pensarci scrivi una parola per ogni respiro che fai.
Non domandarti che senso hanno insieme, non giudicarle, lascia che escano, che si facciano voce e corpo.
Raccogline alcune - tre, magari. Sono le tre parole che rappresentano la formula del tuo ritmo? Prova a scrivere un verso per ogni parola, componi la triade poetica dei tuoi gesti, quelli che danno il ritmo alle tue azioni, al tuo vivere.
e poi aggiungine un quarto, che inizia con uno stelo di frase:
quando perdo il ritmo mi ricordo…
Una parola per ogni respiro,
il battito cardiaco del mondo.
Ecco, hai fatto entrare la poesia per qualche istante nella tua vita. È cambiato il tuo ritmo? Come stai?
𝘐𝘭 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳 𝘙𝘪𝘵𝘮𝘰 𝘤𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘢𝘶𝘴𝘦 𝘦 𝘳𝘪𝘢𝘷𝘷𝘪𝘪, 𝘴𝘪𝘢 𝘪𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘦 𝘴𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘭𝘪𝘷𝘪𝘰 𝘦 𝘤𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘤𝘦 𝘪𝘯 𝘭𝘢𝘳𝘨𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘶𝘳𝘢 𝘢𝘥𝘢𝘨𝘪𝘰 𝘢𝘥𝘢𝘨𝘪𝘰 𝘰 𝘮𝘰𝘥𝘦𝘳𝘢𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 , 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘰 𝘪𝘯 𝘭𝘦𝘷𝘢𝘳𝘦.
È 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘢𝘥 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘭'𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘢𝘥 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘳𝘴𝘦𝘯𝘦 𝘢𝘨𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘦 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘪𝘤𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢."
"...e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni"
Francesco Guccini
LA STANZA DELLE STORIE
Nel cuore dell’oceano, su uno scoglio dimenticato, svettava il Faro di Tempoalto. Nessuno lo abitava da secoli, eppure ogni notte la sua luce pulsava, non per segnalare scogli, ma per scandire il ritmo del mondo.
Si diceva che al suo interno vivesse un custode, invisibile agli occhi umani, fatto di battiti e silenzi: un essere antico chiamato Sincrono. Ogni suo passo faceva vibrare le onde, ogni suo respiro faceva germogliare le maree. Sincrono danzava, notte dopo notte, seguendo un metronomo incantato, custodito sotto la lanterna.
Un giorno, il ritmo si ruppe. Il metronomo tacque e il mondo perse il tempo: uccelli volavano a zigzag, le maree si rincorrevano impazzite, i cuori battevano scomposti.
Allora il vento, chiese alla Luna di avvicinarsi al faro. Lei ascoltò il silenzio, accordò il suo cuore al battito mancante, accarezzò con la sua luce morbida e gentile le mura crepate dal sale, chiuse aperture troppo vive e aprì varchi di energie sopite.
Il faro brillò. Sincrono riapparve. Il ritmo tornò.
E il mondo ricominciò a danzare.
(dedicato a una giovane Luna che ora si sta occupando della sua bimba ma che ha portato a tanti di noi il suo ascolto dolce di cura e attenzione, permettendo a meccanismi arrugginiti di ritrovare il proprio ritmo).
Silvia Mascagni
“Il ritmo ha qualcosa di magico;
ci fa perfino credere che il sublime ci appartenga.”
W. Goethe
Per questo mese è tutto, se stare in queste stanze ti è piaciuto, uscendo lascia la porta socchiusa: sarà più facile entrare la prossima volta. E magari invita qualcuno a visitare queste stanze….